Espandere la coscienza
Espandere la coscienza e diventare consapevoli della parte più vasta di noi, non confinata alla nostra storia di questa vita e alle nostre esperienze limitate e limitanti. Questo è il primo passo per iniziare a comprendere che siamo tutti angeli, vale a dire esseri luminosi di origine divina, che hanno una natura eterna.
Ciascuno di noi possiede dentro di sé la conoscenza dei segreti della creazione e una saggezza di qualità cosmica. Occorre tornare in contatto con l’universo interiore che rispecchia il cosmo infinito.
Stelle, spirali, cerchi sono forme geometriche che parlano al nostro inconscio e fanno parte di quei segni che istintivamente l’essere umano riproduce fin dall’infanzia in modo spontaneo.
Se lasciassimo andare i giudizi e la morale e ci sforzassimo di esprimere la vera saggezza che abbiamo acquisito nella nostra vita, ci daremmo l’opportunità di scoprire dentro di noi un vero e proprio tesoro, un bagaglio di conoscenze e intuizioni e di riflessioni capace di rendere felici non solo noi, ma tutte le persone che ci circondano.
La saggezza non è retaggio di guru e filosofi, è un diritto di tutti e anche un dovere, un impegno che ciascuno di noi può prendersi per valorizzare l’esperienza che ha fatto nella sua vita. Per stimolare la nostra saggezza è fondamentale assumere una prospettiva dall’alto e guardare la nostra vita dalla nascita fino al momento presente con distacco. Noi non siamo ciò che siamo diventati in questo lasso di tempo, non siamo solo il frutto delle nostre esperienze, siamo qualcosa di più che ha la possibilità di osservare e valutare ciò che ci è accaduto in questo periodo.
L’essere è e il non essere non è diceva Parmenide. L’Essere è, è eterno e immutabile, il non essere non è, cambia continuamente ed è sempre in divenire.
Questa ontologia filosofica si applica perfettamente in campo psicologico. Noi siamo eterni e immutabili a un qualche livello, siamo ancora le creature che Dio creò a sua immagine e somiglianza. Per conoscere il bene e il male siamo entrati nella dimensione del non essere, abbiamo abbandonato la casa paterna divina e siamo entrati nel divenire e nel non essere. E in questa esistenza ne facciamo esperienza. Ma mentre noi siamo qui nella dimensione fisica a sperimentare il divenire, il nostro essere continua a essere eterno e immutabile. Provare per credere.
Scendendo nella profondità di noi stessi presto faremo esperienza di una dimensione più vasta e pian piano faremo esperienza della nostra dimensione eterna, luminosa, sempre in pace. Questa esperienza di pace interiore, reiterata nel tempo porterà nel nostro divenire la qualità della pace e dell’Amore e ci ispirerà a creare una nuova forma di convivenza tra esseri umani. Ci renderemo conto che siamo uniti e che i pericoli e le difese sono mere illusioni che mettiamo in atto contro i nostri fratelli, gli unici che possono permetterci di vivere felici.
Il potere della meditazione
Rilassarsi e meditare per contattare la parte più vasta di noi stessi e farne esperienza diretta. Questa è la strada che ogni essere umano che giunge sulla terra dovrà percorrere prima o poi, in questa vita o in quelle successive. Il nostro stato dell’essere esiste solo dentro di noi e solo lì possiamo trovarlo. Occorre avere il coraggio di lasciare andare i condizionamenti sociali e il desiderio di essere impeccabili e omologhi a una società che ci propone e ci propina continuamente modelli da seguire. Non esiste essere giusti e integri secondo dei modelli, occorre esserlo secondo la propria coscienza, rispettando il livello evolutivo in cui ci troviamo nel momento presente. La meditazione ci mostra chiaramente con l’esperienza che non è semplice fare cose semplici: non è semplice stare seduti in silenzio, non è semplice far tacere la mente e il flusso dei pensieri, non è semplice godere della semplice presenza di noi stessi, non è semplice amare se stessi e stare quieti e calmi al nostro stesso cospetto. Ciò che la meditazione chiede è semplice, eppure le persone lo sfuggono e lo temono. Provate a stare seduti in silenzio e in quiete. La quiete è una cosa semplice, è uno stato di calma, una cosa naturale. Eppure occorrono anni di allenamento per ritrovare questa tranquillità interiore.
La meditazione ci mostra che abbiamo paura di noi stessi e preferiamo non fermarci a guardare dentro.
Se però ci prendiamo la briga di resistere alla tentazione di fuggire e dire che non serve a nulla fermarsi, presto ci accorgeremo che ciò che temiamo di trovare dentro di noi non siamo noi, non è ciò che siamo veramente, bensì ciò che temiamo di essere.
E ciò che temiamo di essere deriva dalle esperienze di questa vita fin dalla nascita, fin dal concepimento e fin dalle vite precedenti, Si perché nella dimensione vasta ed eterna di noi presto ci rendiamo conto che abbiamo vissuto molte più vite di quelle pensiamo di aver vissuto per convenzione.
Ciò che temiamo di essere
Ciò che temiamo di essere è il nostro peggior nemico, l’assassino interiore che abbiamo creato nel corso di questa esistenza e di quelle precedenti. E’ quello che viene chiamato l’ego, è quella parte di noi che ci giudica e ci dice che non valiamo gran ché, ci dice cha siamo sbagliati e che non siamo all’altezza di questa vita, come se non fossimo attrezzati per superare le prove che abbiamo scelto di vivere. Questa parte di noi ci dice che noi esistiamo solo dal momento della nostra nascita e finiremo di esistere al momento della nostra morte, ci dice cha abbiamo solo una esistenza per crescere ed evolvere e così ha il gioco facile per convincerci che non ce la faremo mai. E’ il nostro vero nemico, siamo noi stessi quando ci identifichiamo solo con la nostra vita in questo corpo.
Tralasciamo per il momento le vite precedenti e vediamo l’ego in un’unica vita. Il nostro ego si forma al nostro concepimento: se non siamo stati desiderati dai nostri genitori ci capiterà spesso di soffrire perché non ci sentiamo desiderati. Se siamo stati un incidente e siamo “capitati”, ci accadrà spesso di subire incidenti o essere inopportuni nelle situazioni o perché noi ci sentiamo tali o perché gli altri ci vivono come tali. Comunque una sensazione non piacevole che dal concepimento si reitera nel corso del nostro tempo sulla terra. Alla nascita poi accade quasi a tutti di sentire di non essere capaci, di non farcela da soli e di avere bisogno dell’aiuto di un team di nascita per uscire dal grembo di nostra madre. Da lì deriva il nostro senso di impotenza ogni volta che dobbiamo affrontare delle sfide e la paura di non farcela ogni volta che vogliamo “nascere” nella vita, vale a dire quando vogliamo venire alla luce con un progetto che ci sta a cuore. Dalla nascita in poi cominciamo a crearci l’idea di noi “sbagliata”, ciò che temiamo di essere. Noi siamo Luce, ma dal momento del concepimento in poi si presentano miliardi di occasioni per cominciare a temere di essere qualcosa di poco meritevole. E così temiamo di non essere abbastanza belli, bravi, all’altezza, di non meritare l’amore e l’accoglienza, temiamo di non meritare di ottenere ciò che vogliamo. A questo proposito tante persone, respirando, hanno contattato il dolore di essere state separate dalla madre alla nascita in ospedale e di aver pianto disperatamente per essere messi in contatto con la madre senza ottenerlo a causa della routine ospedaliera. Questa impossibilità di ottenere ciò che si voleva appena nati è rimasta come una sensazione per tutta la vita, generata dal pensiero inconscio: “Per quanto urlo e grido ciò che voglio non mi viene dato, quindi non ho il potere di fare nulla per ottenere ciò che voglio”. Un pensiero del genere ci fa temere di essere veramente poca cosa e di non meritare di avere nulla, perché il messaggio che abbiamo ricevuto è: “quando piangi e urli per ottenere ciò che vuoi sei cattivo e dai fastidio”.
Tu non sei ciò che provi
Tu non sei ciò che provi. Tu sei Luce. Fin dal concepimento, fin dalla nascita hai sofferto, hai provato paura e rabbia, ma non sei ciò che provi. Quelle sono solo le tue esperienze per conoscere sulla tua pelle il bene e il male. Portare amore alla nostra rabbia, sofferenza, inadeguatezza, ai nostri conflitti ci aiuta a uscire fuori dal loro incubo.
Il messaggio della Luce dice: sei Luce quindi puoi permetterti di amare tutto ciò di cui fai esperienza, anche le cose negative
Ciò che puoi fare per te
Ciò che abbiamo l’opportunità di fare in questa vita per ritornare alla Luce e alla nostra natura angelica è questo:
1. Sciogliere i nodi, disfare i limiti, togliere i veli di separazione tra noi e la parte vasta di noi. Imparare a trasformare le nostre emozioni negative
2. Trovare la pace dentro di sé
3. Scoprire il significato di essere Luce
4. Scoprire il significato dell’Amore e di essere amore
5. Essere amore per vivere nell’amore e attivare la Legge dell’attrazione
6. Dare amore a se stessi
7. Imparare a chiedere Luce e Amore a chi sa darli e può donarceli: Angeli, Guide, Maestri… e naturalmente Dio stesso, fonte di ogni Luce e Amore
8. Imparare a godere della vita in loro compagnia, poiché ci amano veramente e sanno cosa significa l’Amore. E quindi meditare per entrare in comunicazione con le Entità Divine
9. Smettere di cercare l’Amore dove non c’è
10. Cercarlo dove è custodito, farne esperienza ed espanderlo
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aggiornaaaa! :D
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